Dopo un paio di settimane di ozio dinamico (qualche corsetta e spinning) le mani e i piedi hanno iniziato a prudere per la vergogna così spinto da un sole bellissimo e da una previsione meteo altrettanto meravigliosa mi sono accordato con l'amico Tino per un sano training in altura con la speranza di unire l'utile di un buon allenamento con il dilettevole di qualche bella foto. Dopo un paio d'ore di pianificazione serale con tanto di cartina topografica e di riti wodoo abbiamo deciso per il mitico passo della Lora seguito poi dal motto "va dove ti porta il cuore", in poche parole siamo andati un pò a naso...incertissimi sulle condizioni del terreno che potevamo trovare alla fine abbiamo optato per un abbigliamento run invernale, racchette da trekking e scarpette da corsa in montagna. Partiti dal rifugio Cesare Battisti è stata subito competizione, dopo dieci min il respiro era già in piena iperventilazione e le gambe me le ero già giocate 5 min prima. Solo l'orgoglio è rimasto tale da farmi resistere fino al passo. Da qui è iniziata la neve, e noi attrezzati solo con le scarpe da ginnastica eravamo un pò preoccupati. Almeno lo ero io l'unica mente sana dei due, Tino invece il cui unico motto è "basta respirare e che il cuore batta" proseguiva indomito verso le alte vette. Giusto il tempo di arrivare al secondo valico e un panorama mozzafiato si è aperto davanti a noi...
Questo è "L'omo e la dona" dove il sentiero lambisce la parte appena sotto il crinale...fa freddo il vento si fa sentire con tutta la sua forza gelida e solo fermarsi qualche istante per una foto è una ghiacciata assicurata. Continuiamo a correre e dopo essere arrivati al rifugio Scalorbi decidiamo di proseguire per il famoso anfiteatro di Bocchetta Fondi. Anche qui un panorama meraviglioso di neve, il sole ne infrange cristalli e li accende di una luce stupenda creando un mare di effetti luminosi lungo tutto il crinale della montagna...
E' ora di andare a caccia, si di camosci. In queste montagne è facile incontrarne qualcuno, ma vige sempre la regola che se una cosa la cerchi non la trovi mai e così con una finta indifferenza cominciamo la salita fino all'anfiteatro. Il tempo di partire e sopra di noi sentiamo muoversi dei sassi nella parte alta del sentiero.
Era nascosto tra i mughi, ma ho preso la macchina fotografica e dopo un minuto di pazienza è uscito allo scoperto mettendosi in posa come se capisse di essere solo fotografato. Incredibile è rimasto a testa alta per il tempo di qualche scatto e poi con tutta la calma del mondo si è girato e ha proseguito tranquillo per la sua strada. Siamo sul posto giusto, cambio l'obbietivo e metto lo zoom, non si sa mai...Corro con la macchina a tracolla fissata con gli spallacci dello zainetto, sentivo che ci sarebbe stata un'altra occasione.
Nemmeno un chilometro più avanti e lungo un vajo del Fumante incontro un gruppetto di 6 camosci, tolgo lo zaino e inizio a scattare, ma il cuore è alto e con lo zoom la foto risulta mossa. Allora mi stendo sulla neve e assumo la posizione di tiro (chi ha fatto il cior sa cosa intendo) e dopo aver blocccato il respiro riesco a scattare una decina di foto...
Ahimè è arrivato il momento di scendere, è Tino a guidare il ritorno la strada è la stessa un'ultima foto al panorama e poi giù fino a valle, il lavoro ci chiama. Grazie Tino per la compagnia e il supporto morale nonchè la bellissima tirata di collo, il mio cuore ringrazia adesso tocca l'alba e sarà ancora avventura..
ciao a tutti
filippo
3 commenti:
che belle foto! bravi ragazzi
bacioni
ave o compagno di venture ! dopo l'alba , la notturna cader non fare nell'oblio !!!!
e cader non farò nell'oblio, ma nella oscura notte saliremo sul pendio...
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